Roma, 7 ottobre 2011 - Nella piacevole cornice della Casa del Cinema nel cuore di Villa Borghese si è svolta la conferenza stampa del film Johnny English – La rinascita. Il film, che uscirà in Italia il prossimo 28 ottobre distribuito da Universal Pictures, è la seconda avventura, dopo quella del primo film del 2003, dell’agente segreto più irriverente e pasticcione del mondo cui presta il volto Rowan Atkinson. Il celebre attore inglese, che deve la sua fama al fenomenale personaggio di Mr.Bean, ha risposto alle domande dei giornalisti con un perfetto mix di simpatia e aplomb da puro gentleman.
(Unica concessione al Mr. Bean che lo ha reso celebre, prima dell’inizio del ‘fuoco’ di domande, Atkinson si è accomodato su una sedia un po’ troppo ‘sprofondata’, come quella usata in una delle scene più esilaranti del film).
A proposito di film di spionaggio comici, il personaggio di Johnny English può ricordare sulle prime personaggi come l’Agente Smart o altre celebri prese in giro di James Bond, ma vista da vicino questa sembra piuttosto una presa in giro di persone normali. Il suo Johnny English fallisce come lo farebbe una persona normale, così che lo spettatore si può immedesimare di più e al tempo stesso non si annoia a vedere un imbranato totale. E' così?
Ciò che mi interessava di Johnny English è che lui è un personaggio più credibile di James Bond che è un po’ come Superman. Johnny English è più umano, è una spia non perché gli viene naturale, ma deve provarci. In questo secondo film credo che il personaggio sia più tridimensionale, più reale, certo ha i suoi difetti, lui in realtà non è quello che pensa di essere. Ci si può identificare con lui perché è uomo normale. Nel nuovo film abbiamo cercato di dare un maggiore senso di realtà, è più un thriller comico, abbiamo ideato una storia di maggior interesse piuttosto che puntare solo sull’attesa della battuta successiva.
Si è parlato molto della sua generosità. Lei riesce sempre a non far intimidire, a mettere a suo agio gli altri attori che recitano con lei. Ad esempio in questo film ha recitato accanto a Rosamunde Pike (che interpreta la bella psicologa di cui Johnny English si invaghisce) che è una giovane attrice emergente.
Sono un fermo sostenitore che la natura della recitazione sia quella di raccontare una storia al meglio. Ci sono attori che sono molto focalizzati su se stessi, ma a me la cosa non riesce. Noi attori lavoriamo per raccontare una storia, quindi tutto il cast deve essere in grado di contribuire alla narrazione.
E’ ammiratore dei film di James Bond e di quali in particolare? Per Johnny English ha pensato a qualcuna di queste pellicole?
Si, il primo Johnny English devo dire che era per molti aspetti simile al James Bond di Roger Moore, ci sono dei piccoli punti di contatto tra i due: l’autocompiacimento, l’essere profondamente britannici, l’eleganza. Si, mi sono ispirato di più a Roger Moore, ma forse sono anche un po’ una via di mezzo tra Sean Connery e Pierce Brosnan (ridendo). Ma anche Daniel Craig è un bravissimo interprete, con lui siamo tornati ai tempi di Sean Connery. Certo James Bond è stata una fonte d’ispirazione ma quello che di Johnny English si percepisce è che un vero fan di Bond, si sente l’entusiasmo fanciullesco per il mondo nel quale lavora.
Le piacerebbe interpretare un cattivo o un criminale prima o poi?
A Hollywood gli attori inglesi hanno ottime possibilità di interpretare ruoli da cattivo ma la natura di Mr. Bean non poteva portarmi in questa direzione. E credo che sarà difficile che i registi possano propormi ruoli seri. Nella prima idea di Johnny English avrei dovuto interpretare sia Johnny English che un suo cugino cattivo. Ma io sono riluttante ad interpretare due ruoli nello stesso film. Volevamo rappresentare una storia credibile e con un attore a rivestire due ruoli quasi ci si sarebbe sentiti traditi. Io cerco di evitare di dimostrare la mia versatilità.
Parliamo dei “gadget” del film. Come si è trovato a scorrazzare con una carrozzella a 60 Km all’ora?Ha provato personalmente la Rolls Royce modificata che usa nel film? Sappiamo che lei è un appassionato di auto sportive.
Volevo una macchina diversa, prettamente inglese. Ho pensato che la Aston Martin fosse troppo sfruttata e che era diventata un cliché. Conoscevo questo motore V16 sviluppato dalla Rolls Royce , non era mai stato usato ma sapevo che era in un magazzino di Monaco. Hanno rispolverato quel motore e lo hanno montato nella Rolls Royce del film. Il risultato è una macchina vera, stupenda, che si presta bene alla nuova maturità di Johnny English.
Per quanto riguarda la scena in fuga sulla carrozzella, c’è sempre bisogno di inseguimenti nei film di spie. E’ stato straordinario scorrazzare con quella carrozzella, è un vero giocattolo. Abbiamo usato un motore da go-kart per farla arrivare a 60 Km all’ora. Quando la carrozzella va ad alta velocità sono stato proprio io a girare la scena.
Il film si intitola Johnny English – La rinascita. Di cosa si tratta? E’ un’evoluzione del personaggio o un sequel effettivo? Ha mantenuto qualcosa del vecchio Johnny English in questo secondo film?
C’è molto del vecchio film, è un’evoluzione piuttosto che una rivoluzione. La sua vis comica consiste nell’andare al di là delle proprie possibilità. C’è un divario tra ciò che egli è e ciò che tenta di fare. Abbiamo cercato di renderlo più sfumato. Abbiamo dimostrato il suo coraggio, non è uno sciocco completo. E’ un ottimo agente segreto, coraggioso e determinato. Il personaggio riesce a farsi amare forse di più dal pubblico rispetto al primo film.
Lei si diverte a rivedere i suoi film?
No, non mi capita quasi mai di rivedere i miei film. Ma quando giro, faccio pienamente parte della vita del film, controllo la fase di montaggio e mi capita di rivedermi. Ho un atteggiamento molto professionale nel riguardarmi. Ma non mi metterei mai di proposito a rivedere i miei film. Il primo Johnny English, ad esempio, non l’ho più rivisto negli ultimi sei anni.
C’è un pizzico di Mr.Bean o di Johnny English nel Rowan Atkinson di tutti i giorni?
Si, forse c’è qualcosa di me nei miei personaggi.
Mr. Bean è simile a me quando avevo dieci anni, ma spero che ora non ci sia in me nulla di lui.
Per quanto riguarda Johnny English, non sono così bravo come lui e non mi autoilludo, non ho aspettative su di me irrealizzabili. Io non potrei mai essere una spia, posso solo vestirne i panni.
